Carissime Socie e carissimi Soci,

vi invitiamo ad aderire alla manifestazione di sabato 4 marzo in programma alle 14:30 in piazza Oberdan cui Avvocati Per Niente ha aderito formalmente.

Vi aspettiamo numerosi.

Antonio Papi Rossi

BASTA MORTI IN MARE, BASTA CONTARE LE MORTI AL BORDO DI UN CONFINE

Assemblea presso sede Acli di Via della Signora. Giovedi 2 Marzo ore 20.30

Mobilitazione Sabato 4 pomeriggio. ore 14.30 Piazza Oberdan

Basta morti in mare, basta contare le morti al bordo di un confine.
Un altro naufragio sulle coste italiane, uno spaventoso numero di persone morte, disperse, ferite. Nel caos delle lacrime di coccodrillo e delle dichiarazioni ipocrite o crudeli è necessario che si alzino molte voci.
Pochi giorni fa la semplice lettera di una professoressa ha agitato il dibattito pubblico.
Chi decanta il valore delle frontiere, chi onora il sangue degli avi in contrapposizione ai diversi, continuando ad alzare muri, va lasciato solo, chiamato con il suo nome, combattuto con le idee e con la cultura.
Eppure responsabili di questa tragedia sono proprio la difesa dei sacri confini dal pericolo rappresentato dalle navi che salvano vite in mare, il rifiuto di realizzare corridoi umanitari, la politica degli accordi di rimpatrio e di sovvenzionamento degli stati autoritari o delle milizie dei paesi confinanti. Invitiamo tutte e tutti a mobilitarsi.

Aderiscono: Mediterranea Saving Humans, Medici Senza Frontiere, ResQ, Emergency
Volontari Milano, Iuventa Crew, Sea Watch. Anpi Provinciale di Milano, Comunità di Sant’Egidio Milano, Acli Milano, Fiom Lombardia, Medicina Democratica, Rete CPR Mai più lager, Costituzione Bene Comune, RiMaflow, Autogestione in Movimento – Fuorimercato, Camera del Non Lavoro , Adl Cobas – Lombardia, Rete Milano, Fondazione Arché, Sinistra Italiana, Associazione Il Gabbiano, Sant’Ambroes FC, Rete Sostenere Riace, Cub Immigrazione, Comunità Curda, Camera del Lavoro Milano, Le Veglie contro i morti in mare, Sezione Anpi Barona, Sezione Anpi Baggio, Sezione Anpi ATM, Rob de Matt, Comitato Milanese Acqua Pubblica, Forum Terzo Settore Città di Milano, Porti Aperti, Casa della Carità Abriani, 6000 Sardine, Memoria antifascista, Milano Prossima, Milano Senza Frontiere, Volt Milano, Associazione Italia Cuba circolo di Milano, Equa cooperativa Sociale, Fondazione SoleTerre, Mondo di comunità e Famiglia MCF, Associazione di promozione sociale Villapizzone, Comunità di VillaPizzone, Associazione Famiglie Accoglienti, Anpi Codè Montagnani Marelli, Rete Italiana Antifascista, Arci Milano, Lodi, Monza e Brianza, Nolo 4 Kids, In cerca di guai ODV, CEAS – Centro Ambrosiano di Solidarietà, ASCS Agenzia Scalabriniana per la
Cooperazione e lo Sviluppo, La Città del Sole – Amici del parco Trotter, Milano in Movimento, CSOA Lambretta, Aps Mutuo Soccorso Milano, Associazione culturale multietnica La Tenda, Anpi Limbiate, Cisda Onlus, Associazione Nabad Odv Progetto Spazio Mondi Migranti, AWMR Italia Donne della Regione Mediterranea, Lista Civica Solidale Limbiate, Partito della Rifondazione Comunista, Audrey Anpi, Verdi Milano, CNCA Lombardia, Anpi Severgnini Bovisa, Naga, Porto di Mare Odv, Negozio Civico ChiamaMilano, Rete Scuole Senza Permesso, CROSS – Ordine Regionale degli Assistenti Sociali della Lombardia, Mille e una Voce Cinisello Balsamo, Movimento dei focolari, Non Una Di Meno Milano, Associazione CVX Milano, Codici Ricerche.

LA STRAGE DI CROTONE DEVE SMUOVERE LE NOSTRE COSCIENZE

Carissime e carissimi,

la strage dei Migranti a Crotone non ci coinvolge soltanto per il dolore e lo strazio, ma deve smuovere le nostre coscienze civili e la nostra sensibilità di avvocati, perché i decreti del Ministero che allontanano le ONG dalle zone di soccorso – ben lungi dal risolvere il problema del traffico umano – aggravano la situazione togliendo persino la speranza dei soccorsi, contrariamente al diritto internazionale, al diritto marittimo e ai diritti umani.

Allego un articolo di Repubblica e vi anticipo che, con il direttivo, stiamo aderendo a varie iniziative. Vi terremo aggiornati. Ogni contributo è benvenuto

Antonio Papi Rossi, Presidente di Avvocati Per Niente

INTERVISTA AL PRESEIDENTE ANTONIO PAPI ROSSI A “BUONGIORNO REGIONE” TGR LOMBARDIA

Il presidente di Avvocati Per Niente Antonio Papi Rossi, ospite a “Buongiorno Regione” di RAI TGR Lombardina ha raccontato l’impegno dell’associazione nei confronti di chi si trova in situazioni di grave emarginazione metropolitana. Perchè la solidarietà va a braccetto con la legalità. 

Per rivedere il servizio clicca qui

HUMAN RIGHTS CANNOT BE VEILED

The Lawyers’ Association “Avvocati per Niente”  adheres to the position of the United Nations High Commissioner for Human Rights and expresses its deepest concern about the serious news coming from Iran regarding the violent repression which has been taking place in the squares of the country. The opponents of the regime, exercising their fundamental and inviolable rights and freedoms, are advocating for radical reforms and are demanding justice, on the basis of an independent investigation (as called for by UN Secretary General António Guterres), for the death of young Mahsa Amini, who passed away last Sept. 13 after being arrested by the morality police on charges of not having properly worn a veil.

In particular, the government’s decision to place restrictions on the means of communication (telephones, internet and social media) has raised serious concerns and generated apprehension, as these limitations could prevent the public from understanding the facts and evaluating the measures taken by the Iranian government against the protesters, at a time when reports continue to leak out about the high number of deaths and indiscriminate violations of the protesters’ fundamental rights and freedoms.

As an association that has always pursued and promoted the respect for and the protection of fundamental human rights, we want to make an appeal to the Iranian government to cease all repressive measures, to guarantee the peaceful exercise of the right of expression and demonstration, and to restore the media.

I DIRITTI NON SI VELANO

L’ Associazione Avvocati per Niente, aderendo alla posizione dell’Alto commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani, esprime la più viva preoccupazione per le gravi notizie provenienti dall’Iran riguardo alla repressione violenta del dissenso espresso in questi giorni nelle piazze del Paese da oppositori del regime che, nell’esercizio di libertà fondamentali ed inviolabili, avanzano richieste di riforme radicali e richiedono giustizia per la morte della giovane Mahsa Amini (la ragazza è deceduta lo scorso 13 settembre dopo essere stata arrestata dalla polizia morale con l’accusa di non avere correttamente indossato il velo) sulla base di un’investigazione indipendente, come auspicata dal Segretario generale dell’ONU, António Guterres.

In particolare, genera apprensione la decisione del governo di porre delle restrizioni ai mezzi di comunicazione (telefono, internet e social media) in quanto ne discende un serio ostacolo alla comprensione dei fatti ed alla valutazione delle misure adottate dal governo iraniano nei confronti dei manifestanti, in un momento nel quale continuano a trapelare notizie sul numero elevato di morti e di violazioni indiscriminate delle libertà fondamentali dei manifestanti.

Come associazione che da sempre persegue e promuove il rispetto e la tutela de diritti fondamentali della persona, rivolgiamo un accorato appello al governo iraniano affinché cessi ogni misura repressiva, venga garantito l’esercizio pacifico del diritto di espressione e di manifestazione, siano ripristinati i mezzi di comunicazione.

SALUTO AL PROF. AVV. VALERIO ONIDA

Carissime e carissimi,

è purtroppo venuto a mancare il nostro socio prof. avv. Valerio Onida, dopo lunga malattia.

Maestro di vita, di valori, giurista straordinario e uomo di grandissima umanità e semplicità.

Desidero ricordarlo con un episodio che mi commuove ancora oggi. 

Quando avevo fondato l’associazione, insieme a Virginio Colmegna e ad altri amici era l’anno 2004 e il prof. Onida era Presidente della Corte costituzionale (Io ero stato suo allievo all’università, mi sono laureato con lui nel 1993 e da allora siamo sempre rimasti in contatto e via via mi fece il dono della sua amicizia).

Nel 2004 – dicevo – ricevo una telefonata, era il prof. Onida e mi dice “Ho letto su Terre di Mezzo che ha fondato un’associazione di avvocati di strada. Quando termino questo incarico vengo ad aiutarvi”. Mi aveva colpito che il presidente della Corte costituzionale comprasse Terre di Mezzo (un giornale di strada, progetto molto bello di reinserimento) e lo leggesse, per poi decidere di attivarsi.

 E fu di parola, diventando uno dei nostri soci più attivi: apri’ uno sportello di consulenza legale al carcere di Bollate dove andava settimanalmente e ha seguito tante questioni, come ognuno di voi può ricordare.

Grazie, professor Onida, grazie per aver formato intere generazioni di giuristi, per aver speso ogni minuto della sua vita in difesa dei diritti, dei diritti dei più fragili, con grande e quotidiana efficacia, senza mai voler apparire,

Grazie per essere stato con noi per un lungo tratto, grazie per tutto il bene che abbiamo ricevuto.

Ci uniamo nella preghiera per partecipare con la fede e con il cuore all’abbraccio del Signore, che Ti accoglierà nel Paradiso.

Arrivederci, amico caro.

Antonio

PALAZZO DI GIUSTIZIA: AVVOCATI PER NIENTE ORGANIZZA UN SIT IN PER LA SALVAGUARDIA DEI DIRITTI UMANI E PER OPPORSI AI CRIMINI DI GUERRA

Avvocati per Niente, Organizzazione di Volontariato attiva nella tutela dei diritti fondamentali delle persone più fragili, organizza per venerdì 6 maggio, una manifestazione pacifica per la salvaguardia dei diritti umani e per opporsi ai crimini di guerra.

L’appuntamento è alle ore 12.30 sul marciapiede antistante il Palazzo di Giustizia (Corso di Porta Vittoria angolo via Freguglia)

Come avvocati e come cittadini europei vogliamo richiamare l’attenzione verso la sacralità dei diritti fondamentali dell’Uomo, protetti e garantiti dalle convenzioni internazionali anche in caso di guerra. Per questo abbiamo organizzato questa manifestazione pacifica, per levare la nostra voce di protesta contro i terribili crimini di guerra che vengono attualmente commessi in Ucraina e in altre guerre” – dichiara Antonio Papi Rossi, Presidente di Avvocati per Niente OdV.

GUERRA UCRAINA: SEGNALIAMO ALCUNE INIZIATIVE DI SOSTEGNO

Ognuno di noi soffre nel cuore e nella mente per la guerra in Ucraina e per le tragedie che si leggono ogni giorno sui giornali. Per questo motivo Avvocati per Niente ha deciso di raccogliere alcune iniziative selezionate per essere concretamente vicini al popolo ucraino. Perché anche nei momenti più drammatici deve essere la competenza a guidare il nostro operato per raggiungere il migliore risultato.

Ci auguriamo che questa lista possa essere utile a tutti voi!

QUESTIONI LEGALI – L’Ordine degli avvocati di Milano ha attivato un link specifico per le principali questioni legali (con disponibilità di avvocati e richieste di candidati in aiuto e soccorso).

Scopri di più https://www.ordineavvocatimilano.it/it/gli-avvocati-per-lucraina-lawyers4ukraine/p565

TEMA ACCOGLIENZA – Sul tema delle accoglienze, invitiamo a consultare il sito di Caritas e quello del Comune, che lavorano in stretto coordinamento con le prefetture. E’ possibile dare la propria disponibilità per un’accoglienza diretta, in casa o in alloggi a disposizione.

Scopri di più: https://www.caritasambrosiana.it/aree-di-bisogno/stranieri/accoglienza-profughi/accoglienza-profughi-ucraina

https://www.comune.milano.it/-/ucraina.-attivata-l-accoglienza-nei-centri-del-comune-e-la-raccolta-di-disponibilita-per-l-ospitalita-in-famiglia-per-i-profughi

MINORI NON ACCOMPAGNATI – Per i minori non accompagnati segnaliamo il seguente indirizzo www.garanteinfanzia.regione.lombardia.it e la nota dell’Ambasciata ucraina sull’adozione  e la Circolare della Prefettura

ASPETTI PSICOLOGICI – Per gli aspetti psicologici legati all’accoglienza, qui i consigli dell’associazione (di psicologia) EMDR a chi ospita famiglie e bambini ucraini

 

GUERRA UCRAINA: ECCO LE INIZIATIVE DI SOSTEGNO A MILANO

Non ci sono parole per descrivere la crudezza, l’ingiustizia e il dramma di ogni guerra. Vogliamo essere vicini al popolo ucraino e condividere con voi alcune iniziative di sostegno e vicinanza.

La Caritas Ambrosiana, accogliendo l’invito di Papa Francesco che ha indetto per mercoledì 2 marzo una giornata di preghiera e digiuno per invocare la pace in Ucraina, promuove una preghiera presso la chiesa di San Bernardino alle Ossa di piazza Santo Stefano alle ore 13.00.

Lo scoppio del conflitto in Ucraina vede la rete Caritas impegnata per portare aiuto alla popolazione. La situazione di emergenza si sta evolvendo di ora in ora, ma grazie alla presenza sul territorio ucraino di Caritas Ukraine e Caritas Spes è attivo nel sostenere le famiglie in urgente stato di bisogno. Scopri come dare un aiuto: Caritas Ambrosiana donazioni

Mercoledì 2 marzo la Casa della Carità e la parrocchia di Gesù a Nazaret organizzano una fiaccolata per la pace che attraverserà il quartiere Adriano. Il ritrovo è alle 18.30
in via Francesco Brambilla 10, davanti alla Casa della Carità, per poi raggiungere la chiesa parrocchiale di Gesù a Nazaret in via Trasimeno 53 dove si svolgerà un momento di raccoglimento e preghiera. Un momento per chiamare a raccolta i milanesi nel giorno in cui Papa Francesco ha invitato tutti al digiuno e alla preghiera per dare vita a un cammino di pace.

L’Associazione culturale rinascita dell’Ucraina, dopo aver pubblicato un appello per la raccolta di aiuti umanitari per l’Ucraina, ha lavorato di concerto con il Consolato Generale d’Ucraina a Milano, sito in via Ludovico di Breme 11 per creare un apposito
spazio per la raccolta di aiuti umanitari all’Ucraina.

L’Istituto S.Ambrogio dei Salesiani Don Bosco di Milano invita i cittadini a compiere un gesto di carità sostenendo con una donazione i salesiani che in Ucraina lavorano nelle

cinque case di Odessa, Korostyshiv, Zhytomyr, Peremyshalany e Birbrka pergestire l’emergenza. Ecco qui come donare: https://www.operadonbosco.it/news/emergenza-ucraina

Anche l’Unione Internazionale di Avvocati (UIA) e l’AssociazioneInternazionale di Giovani Avvocati (AIJA) esprimono ed estendono il proprio completo supporto all’intera popolazione civile ucraina, in modo particolare a quelle persone si trovano nelle zone più colpite dall’azione militare Russa. 

SENZA DIMORA: LETTERA APERTA AL COMUNE DI MILANO

Egregio Sig. Sindaco, Egregio Assessore Granelli, Egregio Assessore Bertolè,

rappresento un’associazione di avvocati che offre assistenza legale gratuita alle persone senza dimora e sono costretto a esprimere a tutti Loro la forte preoccupazione per i recenti sgomberi dei sottopassi della stazione centrale.

Le dichiarazioni dell’Amministrazione che leggiamo sulla stampa pongono l’accento sugli aspetti di sicurezza e di decoro urbano e non sembrano sufficientemente consapevoli delle problematiche umanitarie legate all’accoglienza. 

Nei tunnel vi sono anzitutto persone, non soltanto soggetti pericolosi, e spesso sono persone costrette ai margini dalla pandemia, dalla lentezza nei riconoscimenti dello status di rifugiato, dalle irregolarità cui la vita in strada inevitabilmente conduce.

Lo sgombero e la privazione delle poche suppellettili di proprietà aggravano, anche moralmente, la situazione di disagio, senza peraltro apparire risolutive, come dimostra anche l’inadeguatezza della soluzione d’emergenza proposta al “mezzanino”.

Davanti alle situazioni di fragilità è essenziale che l’amministrazione comunale non abdichi ai propri inderogabili doveri di solidarietà, che rappresentano l’attuazione del principio di legalità in ambito sociale e rientrano tra i compiti primari dell’ente locale.

Chiediamo quindi che siano migliorate e ripensate le formule di accoglienza, specie nell’emergenza dei mesi invernali, rendendo un servizio di maggior qualità e più accessibile anche da chi non riesca a inserirsi negli ordinari circuiti dell’accoglienza.

Con osservanza 

                                                                                      Associazione Avvocati per Niente OdV

                                                                                      Il Presidente

                                                                                      Avv. Antonio Papi Rossi

                                                                                 

                                                                                        

                                                                                      

IN PARTENZA IL CORSO PER GLI AVVOCATI CHE VOGLIONO APPROFONDIRE LA RIFORMA DEL TERZO SETTORE

Partono i nuovi passi operativi verso il primo sportello del terzo settore di Città Metropolitana Milanese e dell’Ordine degli Avvocati di Milano. Per preparare e selezionare gli Avvocati con le competenze indispensabili per affiancare il mondo del terzo settore nei prossimi anni di applicazione della Riforma, è in partenza il corso dedicato all’approfondimento di tutti gli aspetti che riguardano la riforma del Terzo Settore. Il corso si terrà il 16, il 23, il 30 novembre e il 14 dicembre in modalità webinar.

Un’occasione formativa per tutti gli avvocati che vogliono approfondire le loro conoscenze in materia.

Scopri il programma del corso



ITALIA CONDANNATA DALLA CORTE DI GIUSTIZIA EUROPEA PER LA CARTA FAMIGLIA

Dopo la sentenza di settembre relativa alle discriminazioni previste dal bonus bebè e dall’indennità di maternità, ora il Parlamento deve immediatamente modificare la normativa risalente all’Esecutivo “Conte I”, che limita la prestazione ai soli cittadini italiani e comunitari. Escludere i cittadini non comunitari dalla “Carta della famiglia” è contrario al Diritto dell’Unione Europea. Il ricorso – promosso davanti al Tribunale di Milano – ha visto protagonista la nostra associazione Avvocati per Niente assieme ad ASGI e NAGA.
 
 

ITALIA CONDANNATA DALLA CORTE DI GIUSTIZIA ERUOPEA PER LA CARTA DELLA FAMIGLIA

Dopo la sentenza di settembre relativa alla discriminazioni previste dal bonus bebè e dalla indennità di maternità, ora il Parlamento deve immediatamente modificare la normativa che limita la prestazione ai soli cittadini italiani e comunitari

 

Milano, 12 novembre – Escludere i cittadini non comunitari dalla “Carta della famiglia” è contrario al Diritto dell’Unione Europea.

 È la stessa Corte di Giustizia UE con una sentenza (la n˚ C-462/20 del 28 ottobre 2021) a evidenziare come, la “Carta della Famiglia”, pur non costituendo una “prestazione” (infatti non vede attribuita una specifica somma ma il riconoscimento di uno sconto),  è un “servizio” e pertanto deve essere rispettata la parità di trattamento tra cittadini comunitari e cittadini extracomunitari nell’accesso a beni e servizi.

Il ricorso – promosso davanti al Tribunale di Milano – ha visto protagoniste le associazioni Avvocati per niente, ASGI e NAGA ed è stato patrocinato dagli avvocati Alberto Guariso,
Livio Neri e Ilaria Traina.

Pur a fronte di uno scarso utilizzo – ad oggi- della Carta (sono infatti solo 270 i negozi o servizi convenzionati sul territorio nazionale) emergeva evidente la discriminazione dei cittadini extracomunitari da un servizio riconosciuto anche durante la pandemia a famiglie italiane, indipendentemente dal reddito.

La Carta della famiglia è stato un provvedimento fortemente voluto dall’allora Ministro per la Famiglia e la Disabilità Lorenzo Fontana durante l’Esecutivo “Conte I”. Ora l’Italia è chiamata  immediatamente a  modificare la normativa eliminando la disposizione che limita la prestazione ai soli cittadini italiani e comunitari.

 

“Dopo la sentenza della Corte di Giustizia dell’UE degli inizi di settembre che riconosce ai cittadini di paesi terzi di beneficiare di un assegno di natalità e di un assegno di maternità previsti dalla normativa italiana, giunge per l’Italia una seconda, cocente condanna in sede di giustizia europea. Quando domina una impostazione ideologica e propagandistica per nulla riflettente le disposizioni comunitarie in vigore arrivano condanne come queste capaci di riportare la bussola su politiche realmente egualitarie e inclusive. Avevamo la certezza che vi fosse un giudice, non tanto a Berlino, ma in Lussemburgo”, dichiara l’Avvocato Alberto Guariso per Avvocati per niente.

“Le condanne sono ancora più interessanti considerando come quei provvedimenti discriminatori hanno riguardato famiglie bisognose che si sono viste escludere da concreti aiuti anche e soprattutto in occasione della pandemia. Ci auguriamo che il nostro Parlamento dia sollecita attuazione alle indicazioni della”, evidenzia il Presidente di Avvocati per niente Antonio Papi Rossi.

 

AVVOCATI PER NIENTE: RELAZIONE DELLE ATTIVITÁ SVOLTE NEL CORSO DELL’ANNO 2019 

Cari soci,

nel 2019 l’associazione si è adeguata alla normativa introdotta dal d.Lgs n.117/2017 “Codice del Terzo Settore” in particolare per la parte che riguarda le Organizzazioni di Volontariato.

Vogliamo presentare le attività di interesse generale di cui si occupa l’Associazione, e la relazione sulle attività svolte nel corso del 2019.

Antonio Papi Rossi, Presidente Avvocati Per Niente

LEGGI LA RELAZIONE

 

E’ DISCRIMINATORIO RICHIEDERE DOCUMENTAZIONE AGGIUNTIVA AGLI STRANIERI PER ACCEDERE AGLI ALLOGGI ERP – IL TRIBUNALE DI MILANO ACCOGLIE IL RICORSO DI ASGI E APN

L’ordinanza del Tribunale di Milano depositata il  20 marzo 2020, torna sulla questione – già molto discussa in relazione al reddito di cittadinanza – della dimostrazione, da parte degli stranieri,  della assenza di proprietà all’estero: la legge regionale lombarda 16/2016 consente infatti l’accesso alla edilizia popolare solo a coloro che dimostrino di non avere un alloggio in proprietà in nessun paese del mondo; il regolamento attuativo 4/17  prevede poi che, ai fini di accertare tale assenza di proprietà, per l’italiano sia sufficiente una dichiarazione, mentre per lo straniero sono necessari documenti provenienti dal paese di origine che, come ha poi accertato il DM sul reddito di cittadinanza solo pochi paesi sono in grado di fornire.

Il Comune di Sesto San Giovanni, come
altri Comuni in Lombardia, avvalendosi di questa previsione, ha cancellato
dalle graduatorie per l’accesso agli alloggi ERP molti stranieri, compreso
famiglie in condizioni di estremo bisogno, 
che non erano in grado di produrre nessuna “certificazione negativa” del
paese di origine.

Il Tribunale di Milano, accogliendo il
ricorso di ASGI e APN, ha ritenuto che un trattamento differenziato per
italiani e stranieri non abbia alcuna giustificazione posto che anche nei
confronti dell’italiano il Comune non dispone di alcuno strumento per accertare
l’esistenza o meno di una proprietà all’estero, se non quello di attivarsi con
l’altro paese per un adeguato scambio di informazioni fiscali. Lo stesso deve
quindi accadere per lo straniero non essendo ammissibile, nel nostro
ordinamento, un trattamento differenziato di italiani e stranieri nei rapporti
con la pubblica amministrazione, specie in assenza di una specifica norma di
legge e di una ragionevole giustificazione.

Il Tribunale ha quindi dichiarato
discriminatoria la clausola del bando per l’accesso agli alloggi, secondo la
quale “Per i cittadini stranieri, non sono ammesse autocertificazioni ma
solo documenti che….dichiarino l’assenza di proprietà per ognuno dei
componenti del nucleo familiare richiedente, attraverso l’esibizione di
documenti ufficiali legalizzati e certificati dalle competenti autorità
italiane. (..)”;
conseguentemente ha ordinato al Comune di modificare il
bando in modo tale da consentire ai cittadini stranieri “di presentare la
domanda per l’assegnazione di alloggi di edilizia residenziale pubblica alle
stesse condizioni previste per i cittadini italiani e UE in generale, cioè
senza la richiesta della documentazione supplementare..:”
.

A questo punto il Comune dovrà quindi rifare il bando del 2018  e attenersi a questo principio anche per i bandi successivi.

STRANIERI E REDDITO DI CITTADINANZA: PRIME OSSERVAZIONI

A cura di Alberto Guariso – Direttivo APN e Servizio Antidiscriminazione ASGI

Il commento  

IL RAPPORTO DI HUMAN RIGHTS WATCH (HRW) 2020 DEDICATO ALLA SITUAZIONE DEI DIRITTI UMANI NEL MONDO

https://www.asgi.it/wp-content/uploads/2020/01/hrw_world_report_2020.pdf

LA CASSAZIONE CONFERMA LA LEGITTIMAZIONE AD AGIRE DI ASGI E APN NELLE CAUSE COLLETTIVE IN DIFESA DEGLI STRANIERI

https://www.asgi.it/wp-content/uploads/2019/11/Corte-di-Cassazione-sentenza-del-7-novembre-2019-n.-28745-est.-Calafiore-xxx-ASGI-APN-avv.-Guariso-c.-INPS.pdf

La Corte Costituzionale
con sentenza del 22.10.2019 ha annullato due disposizioni in materia di
localizzazione dei luoghi di culto introdotte nella disciplina urbanistica
regionale (L. 12/2005) dalla legge regionale della Lombardia n. 2 del 2015

https://www.asgi.it/wp-content/uploads/2020/02/2019_254_Corte_Costituzionale_discriminazione_religione.pdf

DIVIETO DI INGRESSO COL VELO INTEGRALE NELLE STRUTTURE SANITARIE: CARTELLI DELLA REGIONE “GREZZI” MA NON DISCRIMINATORI

31/10/2019

La Corte d’Appello di Milano con sentenza
depositata il 28 ottobre 2019, ha confermato la decisione del Tribunale di
Milano sul divieto di ingresso con velo integrale negli edifici del servizio
sanitario regionale.

La vicenda ha inizio nel 2015
quando negli ospedali e ASL della Lombardia sono comparsi cartelli con il logo
della Regione Lombardia recanti tre immagini di persone con casco,
passamontagna e velo integrale, ciascuno all’interno di un cerchio rosso
sbarrato;  il tutto accompagnato dalla scritta “per
ragioni di sicurezza è vietato l’ingresso con volto coperto
”.

Poche settimane prima la Giunta
regionale aveva adottato una delibera con la quale demandava ai dirigenti
regionali l’adozione di misure idonee a rafforzare la sicurezza “vietando l’uso di caschi protettivo di qualunque altro mezzo atto
a rendere difficoltoso il riconoscimento della persona
”.   

Si trattava quindi di una mera “delibera quadro” che –
come poi emerso nel corso del giudizio –  aveva poi avuto applicazione,
per quanto riguarda gli uffici regionali, con un atto dirigenziale che si
limitava a imporre (come peraltro sempre avvenuto per chiunque) il
riconoscimento al momento dell’ingresso.

Restava quindi la questione dei cartelli che, come
pure emerso nel corso del giudizio, erano stati affissi senza alcun atto
dirigenziale applicativo e senza alcuna regolamentazione sicché, ad esempio,
neppure era indicato cosa avrebbe dovuto accadere in caso di urgenza. 

Le Associazioni ASGI, APN, NAGA e Fondazione Piccinni
hanno quindi proposto ricorso in appello, dopo la decisione negativa di primo
grado, essenzialmente contro questa modalità di divieto che non faceva alcun
tentativo di contemperare le esigenze di sicurezza perseguite dalla Regione con
le esigenze di tutela della identità religiosa delle (peraltro pochissime)
donne che ritengono di indossare il velo integrale.

La Corte d’appello ha riconosciuto che “si tratta di una modalità comunicativa piuttosto grezza  e
dalle incerte conseguenze
” che “alcune delle argomentazioni
spese dagli appellanti sono condivisibili
” e ha censurato “la mancata disponibilità della Regione ad una ipotesi transattiva
proposta anche dalla Corte che appariva del tutto ragionevole
”.

Per tutelare il diritto alla libertà religiosa e
parimenti tutelare il diritto all’identificazione per questioni di sicurezza
occorrerebbe, secondo la Corte, adottare provvedimenti o atti amministrativi
analitici o indicazioni scritte più articolate, necessariamente differenziate a
seconda delle plurime e diverse strutture del SSR.

Ciononostante ha ritenuto di respingere il ricorso per
la difficoltà di individuare, da parte del giudice, soluzioni idonee a
contemperare le diverse esigenze.

Le associazioni ricorrenti prendono atto di tale
conclusione, che non condividono,  ma ritengono necessario precisare che:

  • La questione esaminata
    era esclusivamente quella delle (presunte)  esigenze
    di sicurezza in un numero limitato di edifici pubblici e non ha quindi nulla a
    che vedere con il divieto  generalizzato del velo in tutti i luoghi
    pubblici  quale esigenza del “vivere insieme” come emersa, ad esempio,
     nella vicenda francese.
  • Il contemperamento
    delle esigenze deve avvenire attribuendo la giusta rilevanza a tutti i diritti
    in gioco, quello alla salute, quello alla sicurezza e quello alla identità
    religiosa, per quanto espressa in forme lontane dalla nostra cultura.
  • Compito della politica
    è ricercare il punto più alto di equilibrio tra queste esigenze, non certo
    quello di affiggere “grezzi” cartelli marchiando con un segno rosso la donna
    portatrice del velo.
  • La sentenza della
    Corte d’Appello, per quanto non condivisibile nelle sue conclusioni, contiene
    sicuramente anche un invito a una seria ricerca in questo punto di ragionevole
    equilibrio che rifugga da comportamenti meramente ideologici. Le associazioni
    continueranno quindi a operare perché la politica sappia raccogliere questo
    invito.

Nonostante il segnale di apertura del giudice di
appello, rimane ancora lunga e impervia la strada verso una piena tutela contro
le discriminazioni di natura religiosa o etnico-religiosa.

La sentenza

SBLOCCARE
SUBITO IL REDDITO DI CITTADINANZA PER I CITTADINI STRANIERI: QUATTRO
ASSOCIAZIONI DEPOSITANO UN RICORSO AL TRIBUNALE DI MILANO

Milano, 11 settembre 2019

Dopo la partenza in
tutta fretta del reddito di cittadinanza nell’aprile scorso, l’Inps, con
circolare n. 100 del 5 luglio, ha bloccato l’esame di tutte le domande dei
cittadini stranieri: una situazione assurda e ingiustificata contro la quale le
associazioni hanno proposto ricorso al Tribunale di Milano

La vicenda è
conseguenza del cd “emendamento Lodi” che è stato introdotto in sede di
conversione del decreto legge n. 4/19 sul reddito di cittadinanza.
L’emendamento prevede l’obbligo per tutti i cittadini extra UE di produrre, non
solo l’attestazione ISEE come i cittadini italiani e europei, ma anche certificazione – spesso impossibile da reperire – “rilasciata dalla competente autorita’ dello
Stato estero, tradotta in lingua italiana e legalizzata dall’autorita’
consolare italiana
” attestante la situazione reddituale e patrimoniale
all’estero nonché la composizione del nucleo familiare. Si tratta di una
richiesta già di per sé illegittima (in quanto l’ISEE viene già rilasciato dopo
le verifiche dell’Agenzia delle entrate alla quale sia italiani che stranieri
devono denunciare redditi e patrimoni esteri) e comunque spesso impossibile da
soddisfare per l’inesistenza, nei paesi di provenienza, di un adeguato sistema
di certificazione.

La norma
prevede comunque che un successivo decreto ministeriale stabilisca i paesi per
i quali è “oggettivamente impossibile”
procurarsi tale documentazione, ma il termine per l’emanazione del decreto è
scaduto il 18 luglio scorso e il decreto non è stato emanato.

Il blocco
nella erogazione del reddito di cittadinanza esclude a tempo indeterminato i
cittadini stranieri senza alcuna giustificazione e deve quindi essere
immediatamente rimosso.

Dopo aver
inutilmente sollecitato l’INPS, senza ottenere risposta, ASGI, Avvocati per
Niente, Fondazione Guido Piccini e NAGA hanno quindi depositato ieri
ricorso chiedendo che il Tribunale ordini all’INPS di
modificare la circolare e procedere all’esame delle domande presentate dai
cittadini stranieri alle stesse condizioni previste per gli italiani.

APN – Avvocati per
Niente

ASGI – Associazione per
gli Studi Giuridici sull’Immigrazione

FONDAZIONE GUIDO
PICCINI

NAGA

LA POLITICA NON CRIMINALIZZI LA CAPITANA RACKETE. IN UNO STATO DI DIRITTO, SONO I MAGISTRATI AD ACCERTARE I REATI

Milano, 4 luglio 2019

Gli appartenenti all’Associazione “Avvocati per niente” esprimono la loro più viva preoccupazione per le reiterate dichiarazioni di esponenti del governo e di taluni partiti, volte a criminalizzare l’operato de la cittadina tedesca Carola Rackete, la capitana della nave Sea Watch 3 che ha tratto in salvo 43 naufraghi.

Per amore del diritto, da uomini e donne di legge intendiamo precisare alcuni aspetti.

1) Come già fatto presente dai membri della Camera Penale, essendo l’Italia uno stato di diritto basato sulla divisione dei poteri, compete esclusivamente al potere giudiziario verificare la legittimità della condotta della cittadina tedesca Carola Rackete.

2) Per le medesima ragioni, spetta sempre all’autorità giudiziaria stabilire se alla condotta della capitana Rackete possa essere applicato lo stato di necessità previsto dal diritto internazionale la cui prevalenza sulla normativa interna (inclusi i divieti introdotti dal Decreto cosiddetto Sicurezza) è sancita dall’art. 10, 11 e 117 della Costituzione.

3) Poiché i magistrati, cui la Costituzione affida in via esclusiva la giurisdizione, non hanno al momento accertato alcun addebito a carico della capitana della nave, ogni riferimento a reati e addirittura a «crimini internazionali» espressi da rappresentanti delle istituzioni politiche del nostro Paese è una palese e grave violazione della dignità e onorabilità della cittadina Rackete.

Come avvocati che credono nella giustizia e nella dignità dell’uomo, e nell’uguaglianza di tutti gli esseri umani, senza distinzione di sesso, di razza, di lingua, di religione, di opinioni politiche, di condizioni personali e sociali (art. 3 della Costituzione), esprimiamo la massima solidarietà alla cittadina tedesca Carola Rackete e confidiamo nella magistratura affinché si pronunci quanto prima ristabilendo i principi di diritto violati.

Inoltre, auspichiamo che si ristabilisca presto un clima sereno e cessi ogni propaganda, in modo che si avvii nel Paese (e quindi in Europa) un dibattito serio e scevro da barbari pregiudizi sulla gestione di un fenomeno complesso come quello migratorio così da trovare una soluzione di ampio respiro e coerente con la tutela dei diritti della persona umana su cui si fonda la nostra cultura.

Il Presidente dell’Associazione Avvocati per Niente Avv. Antonio Papi Rossi

LIBERTA’ PER NASRIN SOTOUDEH

L’Associazione Avvocati per Niente Onlus condivide l’appello lanciato da Associazione Nazionale Forense e Non c’è Pace senza Giustizia.

LE AZIONI DI APN IN MATERIA DI DISCRIMINAZIONE PER NAZIONALITA’

27 febbraio 2019 – COMUNICATO STAMPA

Lombardia, reddito di autonomia: bandi da riaprire per assegnare il bonus bebè e il sostegno all’affitto. Illegittimo il requisito dei 5 anni di residenza

La Corte di Appello di Milano conferma anche la sentenza di primo grado sul “fondo affitti” che aveva dichiarato illegittimi i requisiti previsti per soli stranieri.

La vicenda riguarda il “fondo sostegno affitti” un contributo economico alla locazione riservato alle famiglie in condizioni di povertà (cioè con meno di 7000 euro di ISEE) introdotto con L. n. 431/1998 poi modificata con L. n. 133/2008. Il contributo consentiva alle famiglie di ottenere una somma pari a due canoni di locazione, con un massimo di 1200 euro.

Sono state dichiarate illegittime e discriminatorie le norme sul “reddito di autonomia” della Regione Lombardia perché escludono ingiustamente una parte rilevante di cittadini stranieri regolarmente presenti sul suo territorio. Lo ha affermato la Corte d’Appello di Milano che ha ordinato alla Regione di riaprire i bandi.

Con il dispositivo di sentenza depositato ieri, la Corte
(presidente Vitali e relatore Casella) ha accolto le tesi che avevano proposto
le associazioni ASGI e Avvocati per Niente Onlus secondo le quali l’introduzione
del requisito di 5 anni di residenza per entrambi i genitori ai fini del
riconoscimento di un bonus bebè (800 euro per il secondo figlio e 1000 per il terzo)
non risponde ai criteri di ragionevolezza indicati dalla Corte Costituzionale
perché una amministrazione, una volta che abbia scelto di intervenire su un bisogno
sociale, come quello della tutela della maternità, non può introdurre requisiti
di residenza sproporzionati e troppo esclusivi, senza tener conto degli altri
elementi di “radicamento territoriale” della persona bisognosa.

Il requisito, introdotto dalla Regione Lombardia (il più elevato
previsto sino ad ora dalle varie legislazioni regionali, che – salvo il caso
del Friuli Venezia Giulia – si attestano sui due anni di residenza per uno solo
dei genitori), è invece sproporzionato perché non tiene conto di altri motivi
di collegamento della persona con il territorio; inoltre, pur essendo previsto
sia per italiani che per stranieri, comporta l’esclusione di molte famiglie
straniere sia perché normalmente gli stranieri hanno una minore anzianità di
residenza, sia perché nelle famiglie straniere, a causa del meccanismo del
ricongiungimento familiare, spesso i due genitori fanno ingresso in Italia e in
Lombardia in momenti diversi.

La Corte ha anche confermato la decisione del giudice di primo
grado che – con riferimento al contributo di sostegno all’affitto previsto
sempre dalla Regione nell’ambito della iniziativa “reddito di autonomia” – aveva
già lo scorso anno cancellato altri requisiti, in quel caso erano previsti per
i soli stranieri, (svolgimento di una attività lavorativa e residenza in
Lombardia da 5 anni o in Italia da 10).

Perseguendo l’obiettivo di escludere gli stranieri, le scelte di molte amministrazioni, come quella lombarda, finiscono per premiare solo il “bisognoso immobile” anziché quanti si muovono con coraggio alla ricerca di condizioni di vita migliori, e cosi penalizzano il dinamismo della società, danneggiando non solo gli stranieri ma anche gli italiani – ha dichiarato l’avv. Alberto Guariso che ha rappresentato le associazioni assieme all’avv. Livio Neri – Ora la sentenza della Corte d’appello milanese deve far riflettere anche sulla scelta di richiedere 10 anni di residenza per il reddito di cittadinanza”.

La Regione dovrà ora riaprire entrambi i bandi (quello per il sostegno all’affitto e quello per il bonus bebè) consentendo la presentazione delle domande secondo i nuovi
requisiti stabiliti dalla Corte.

APN – Associazione Avvocati per Niente onlus

ASGI – Associazione studi Giuridici sull’immigrazione


4 dicembre 2018 – COMUNICATO STAMPA

DISCRIMINATORIA LA DELIBERA DELLA REGIONE LOMBARDIA SUL “FONDO AFFITTI”: GLI STRANIERI ILLEGITTIMAMENTE ESCLUSI SARANNO ORA AMMESSI ALLA PRESENTAZIONE DELLE DOMANDE.

La Corte d’Appello di Milano ha deciso su una causa proposta da una cittadina di El Salvador e dalle Associazioni ASGI e APN, che era in precedenza finita anche davanti alla Corte Costituzionale: il requisito, richiesto dalla Regione, dell’esercizio di regolare attività lavorativa e della residenza in Regione per almeno 5 anni, è illegittimo e gli stranieri devono essere ammessi a parità di condizione con i cittadini italiani.

La
vicenda riguarda il “fondo sostegno affitti” un contributo economico
alla locazione riservato alle famiglie in condizioni di povertà (cioè con meno
di 7000 euro di ISEE) introdotto con L. n. 431/1998 poi modificata con L. n.
133/2008. Il contributo consentiva alle famiglie di ottenere una somma pari a
due canoni di locazione, con un massimo di 1200 euro.

Nel
predisporre il bando la Regione Lombardia aveva indicato, per gli stranieri, il
requisito della residenza di almeno 10 anni nello Stato o 5 nella regione che
era effettivamente previsto dalla L. del 2008 e aveva anche aggiunto, sempre
per i soli stranieri, il requisito della “regolare attività
lavorativa”.

La
Corte d’Appello di Milano aveva sollevato la questione di illegittimità
costituzionale della norma e la Corte Costituzionale, con sentenza n. 166/18,
ha dichiarato l’irragionevolezza e dunque l’incostituzionalità del requisito di
lungo-residenza.

Il
giudizio è quindi ripreso davanti alla Corte d’Appello, che con il dispositivo
di sentenza emesso oggi (presidente dr. Picciau, giudici a latere dr.ssa Dossi
e dr.ssa Bove) ha dichiarato discriminatorio anche il requisito dell’esercizio
di regolare attività lavorativa, ordinando alla Regione di ammettere gli
stranieri al beneficio, a parità di condizioni con i cittadini italiani.

Ora
la Regione dovrà riformulare il bando, garantendo l’uguaglianza tra italiani e
stranieri e consentendo la presentazione di nuove domande.

ASGI
e APN, che nel giudizio erano difesi dagli avvocati Alberto Guariso e Livio
Neri, sottolineano che la decisione della Corte milanese, e prima ancora quella
della Corte Costituzionale, rappresentano un ulteriore passo verso una
effettiva uguaglianza tra italiani e stranieri che dà applicazione a uno dei
principi fondanti della nostra democrazia , che garantisce effettiva
integrazione tra le diverse comunità e con essa il progresso sociale,
contrastando le tendenze di una parte della politica a creare divisione e
contrapposizioni sulla base della cittadinanza.

ASGI
e APN invitano la Regione a dare immediata applicazione alla decisione e le
organizzazioni degli inquilini a vigilare affinché i soggetti stranieri
ricevano una adeguata informazione e possano presentare domanda secondo i nuovi
requisiti egualitari imposti dalla decisione giudiziaria.

APN – Associazione Avvocati per Niente onlus

ASGI – Associazione studi Giuridici sull’immigrazione


23 novembre 2018 – COMUNICATO STAMPA

I COMUNI DI INZAGO, COLOGNO MONZESE E GALLARATE CONDANNATI PER DISCRIMINAZIONE IN DANNO DEI RICHIEDENTI ASILO.

Secondo il Tribunale di Milano, adottare le ordinanze sindacali sulla base della presunta pericolosità dei richiedenti asilo costituisce molestia discriminatoria per ragioni etniche e razziali; i comuni condannati a pubblicare la decisione e a risarcire il danno.

La vicenda esaminata dal Tribunale di Milano nasce nel settembre 2017 allorchè numerosi Sindaci leghisti avevano adottato un unico modello di “ordinanza sindacale contingibile e urgente” con la quale avevano imposto una serie di oneri procedimentali a tutti i privati che intendessero mettere a disposizione i propri immobili per attività di accoglienza dei richiedenti asilo mediante convenzioni con la Prefettura.

Dopo pochi mesi, gran parte delle ordinanze erano state revocate a seguito di interventi dei Prefetti che avevano segnalato l’illegittimità delle ordinanze e in qualche caso avevano anche proposto ricorso al TAR contro i Comuni.

Anche ASGI, NAGA e APN, assistite dagli avvocati Alberto Guariso e Livio Neri, avevano proposto ricorso contro i Comuni che non avevano tempestivamente revocato le ordinanze (in Lombardia INZAGO, COLOGNO MONZESE, GALLARATE e altri in provincia di Bergamo) facendo valere il carattere discriminatorio delle ordinanze che qualificavano la presenza dei richiedenti asilo come un pericolo per la salute pubblica e la sicurezza urbana.

Questa impostazione è stata pienamente accolta dal Tribunale di Milano (I sezione, giudice dott.ssa Paola Gandolfi, ordinanze del 21 e 22 novembre) che ha accertato il carattere discriminatorio delle ordinanze, ha condannato i Comuni a pubblicare la decisione su “La prealpina” e sul sito del Comune e a un risarcimento del danno “da discriminazione” nella misura simbolica di 1000 euro a favore di ciascuna associazione.

Le associazioni che hanno proposto ricorso esprimono soddisfazione per questa decisione che mette un freno a quell’opera di diffusione della paura e della avversione nei confronti dei richiedenti asilo perseguita da alcune forze politiche e spesso anche dalle istituzioni e che rischia di condurre alla demolizione del sistema di accoglienza.

ASGI – Associazione studi Giuridici sull’immigrazione

NAGA – Associazione volontaria di assistenza socio-sanitaria e per i diritti dei cittadini stranieri, rom e sinti

APN – Associazione Avvocati per Niente onlus


19 novembre 2018 – ASSEGNO AI NUCLEI FAMILIARI CON ALMENO TRE FIGLI MINORI

In data 19 novembre 2018 il Tribunale di Milano, nel  procedimento promossoda Associazione  Avvocati per Niente Onlus (Apn) e Associazione StudiGiuridici sull’Immigrazione (ASGI):

– accerta e dichiara il carattere discriminatorio della
condotta del Comune di Milano consistente nell’aver introdotto requisiti non
previsti dalla normativa sopra indicata per poter beneficiare del cd. “assegno
ai nuclei familiari con almeno tre figli minori”;

–ordina al Comune di Milano di eliminare la condottadiscriminatoria attraverso l’estensione del beneficio assistenzialedenominato “assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori” aglistranieri, regolarmente presenti in Italia, residenti nel Comune di Milano, chene facciano domanda e che siano titolari di permesso unico lavoro e aifamiliari non-comunitari di cittadini dell’Unione;

–ordinaalComune di Milano la pubblicizzazione dell’ampliamento del novero deibeneficiari del “assegno ai nuclei familiari con almeno tre figli minori”attraverso la pubblicazione di una nota informativa sull’home page del propriosito internet;


20 luglio 2018 – COMUNICATO STAMPA DI APN E ASGIGIUSTIZIA

INCOSTITUZIONALE IMPORRE AGLI STRANIERI IL REQUISITO DI LUNGO-RESIDENZA PER ACCEDERE AL FONDO DI SOSTEGNO ALL’AFFITTO

Con sentenza 166 depositata il 20.7.18 la Corte Costituzionale ha dichiarato l’illegittimità costituzionale dell’art. 1

1, comma 13, DL. 25.6.08 n. 112 che aveva introdotto, per l’accesso degli stranieri a un fondo per il sostegno alla locazione delle famiglie povere, il requisito di 10 anni di residenza nello Stato o 5 anni nella Regione.

La vicenda nasce da un ricorso di una cittadina salvadoregna e delle associazioni ASGI e APN che avevano contestato il bando della Regione Lombardia con il quale era stata data applicazione alla norma nazionale sul fondo sostegno affitti.

Secondo la Corte il requisito di 10 anni di residenza nello Stato “attinge gli estremi della irrazionalità intrinseca” perché coincide con quello necessario per ottenere la cittadinanza; ma anche quello dei quinquennio è irragionevole non essendovi correlazione “tra il soddisfacimento dei bisogni abitativi primari della persona che versi in condizioni di povertà e sia insediata nel territorio regionale e la lunga protrazione nel tempo di tale radicamento territoriale”.

La pronuncia fa seguito a decisioni analoghe della Corte Costituzionale di poche settimane fa che avevano dichiarato incostituzionali norme della Regione Liguria sull’accesso alle case popolari (sent. 106/18) e della Regione Veneto sull’accesso agli asili nido (sent. 107/18).

La sentenza – dichiara l’avv. Alberto Guariso di APN – riafferma non solo un principio fondamentale di uguaglianza tra italiani e stranieri, ma mette per l’ennesima volta un freno alle scelte politiche di quanti, in una esasperata logica di localismo, finiscono per premiare il “bisognoso immobile” e punire quanti, affrontando sacrifici, si spostano tra una regione e l’altra alla ricerca di condizioni migliori: una scelta che purtroppo molte regioni, prima tra tutte la Lombardia, continuano invece a praticare“.

Ora le Regioni dovranno riesaminare le ripartizione dei fondi ammettendo al contributo anche gli stranieri che, pur essendo titolari dei requisiti di reddito, non avevano potuto accedere al beneficio per mancanza dei requisiti di residenza.

Milano, 20 luglio 2018

APN – Avvocati per niente onlus

ASGI – Avvocati per niente onlus


11 giugno 2018 – MEDIATORI CULTURALI DEL MINISTERO GIUSTIZIA

Ministero della Giustizia, Dipartimento dell’Amministrazione Penitenziaria-Concorso pubblico per esami per il profilo professionale di funzionario mediatore culturale. Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato da APN – Avvocati per Niente Onlus e ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e ha dichiarato il carattere discriminatorio del comportamento del Ministero nella parte in cui prevede tra i requisiti per l’accesso al concorso la cittadinanza italiana.


6 giugno 2018 — MOLESTIE RAZZISTE

Condannato il Sindaco di Albettone per “molestie” discriminatorie. Il Tribunale di Milano ha accolto il ricorso presentato da APN – Avvocati per Niente Onlus e ASGI – Associazione Studi Giuridici sull’Immigrazione e ha dichiarato il carattere discriminatorio delle dichiarazioni rese dal sindaco, con condanna al risarcimento del danno alle associazioni.

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